In molti sport si utilizza, sia in allenamento, sia in gara per chi compete, il cardiofrequenzimetro. Il ruolo che questo strumento esercita sull'andamento della preparazione, sia fisica, sia psicologica è molto importante. Vediamo la funzione che svolge da un punto di vista della teoria dell'apprendimento: le informazioni che attraverso il cardio vengono rimandate all'atleta fungono da rinforzo informativo; ciò significa che danno un significato numerico, e quindi oggettivo, all'atleta di ciò che fino a prima aveva solo un significato soggettivo, ovvero mediato dall'interpretazione che ognuno di noi dà delle proprie prestazioni influenzato da molte variabili (stato d'animo, stanchezza, pensieri distraenti etc.). Il cardiofrequenzimetro, attraverso i numerosi software che lo accompagnano per l'elaborazione statistica dei dati registrati, permette dunque a chi fa sport di avere un'informazione sulla prestazione e di paragonare in maniera oggettiva diverse prestazioni e diversi rendimenti. Ciò è un indubbio aiuto nella pianificazione degli obiettivi, nella misurazione degli stessi e nella riprogrammazione in base a quelli già raggiunti. Per essere comprensibili: non è lo stesso comparare una performance ad un altra in maniera soggettiva (ad es. oggi rispetto a ieri ho sentito meno fatica a livello cardiaca) rispetto a farlo in modo misurabile (ad es. oggi ho avuto una media di centoventi battiti, rispetto a ieri che ne avevo centoventicinque).
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