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mercoledì 28 dicembre 2011

MODULO DI ISCRIZIONE

SEMINARIO SU PREVENZIONE E RECUPERO DA INFORTUNIO


Paolo Barghini, tecnico FIDAL e ultramaratoneta di fama mondiale
Pietro Bianchini, psicologo e master in psicologia dello sport 

organizzano

Seminario
“UN APPROCCIO NUOVO E INTEGRATO NELLA PREVENZIONE
NEL RECUPERO DA INFORTUNIO SPORTIVO”


Obiettivi: Fornire ai partecipanti gli strumenti per ridurre la probabilità di infortunio negli atleti, accelerare i tempi di recupero, favorire una maggior “resistenza” e diminuire il rischio di ricadute in seguito ad infortuni

A chi è rivolto il seminario: la partecipazione è aperta ad allenatori, dirigenti sportivi, medici dello sport, fisioterapisti, atleti, operatori del settore sportivo, sia a livello giovanile sia a livello adulto, e studenti (scienze motorie, fisioterapia etc.)

Dove: la giornata si svolgerà a Carrara, c/o il Centro Sportivo Polizia Municipale, v.le XX Settembre 284

Quando: sabato 18 febbraio 2012, con orario 9-13

Per iscrizioni: è possibile iscriversi fino al 15 febbraio 2012. La quota di partecipazione è di 150 euro (più IVA). Al termine della giornata sarà rilasciato relativo attestato di partecipazione. Per effettuare l’iscrizione rivolgersi alla segreteria organizzativa: l’iscrizione sarà confermata una volta effettuato il versamento della quota di partecipazione tramite bonifico su c/c bancario.

martedì 29 novembre 2011

Sabato 3 Dicembre: Convegno a Sarzana

Sabato 3 Dicembre a Sarzana si terrà un convegno molto interessante al quale parteciperò. Siete tutti invitati ad assistere!

giovedì 3 novembre 2011

"Un calcio alla violenza"

La sezione AIA "Lazzarotti" di Carrara organizza insieme alla N.I.M. (Naz.le italiana magistrati) sabato 5 novembre 2011 un convegno avente per tema la violenza (intesa sotto tutte le sue forme psicologiche, fisiche e sociali) all'interno degli stadi e, più ampiamente, nel mondo del calcio. Si parlerà della frequenza e degli effetti di tali manifestazioni negli ultimi anni, delle risposte che il mondo del calcio ha saputo dare e delle norme giuridiche a riguardo. Spazio anche per riflessioni sulla prevenzione di ogni forma di violenza, che deve partire da una corretta educazione e di comportamenti adeguati che il sistema sportivo dovrebbe stimolare e valorizzare.


Interverranno, tra gli altri:
- dott. Piero Calabrò, giudice presso il tribunale di Monza e capitano della N.I.M.
- Mario Marchi, vice-presidente vicario della sez.AIA di Carrara
- dott. Roberto Spanò, giudice presso il tribunale di Brescia
- dott. Francesco Vignoli, avvocato generale dello Stato (Milano)
- Francesco Antonioli, presidente della delegazione FIGC di Massa-Carrara
- dott. Pietro Bianchini, specialista in Psicologia dello Sport


Luogo dell'evento: sala consiliare del Comune di Carrara
Data: sabato 5 novembre 2011 ore 10

martedì 18 ottobre 2011

Maratoneta a 100 anni!!!

Molto interessante vedere come la motivazione possa (assieme a particolari e fortunate condizioni fisiche) spingere l'essere umano a fare cose apparentemente impossibili. Da ricordare ogni volta che la nostra testa ci dice "non posso farcela"!
Qui sotto un video della sua ultima impresa.

lunedì 10 ottobre 2011

Matteo Tagliariol e Luca Marin usano lo psicologo dello sport!

 
Due belle notizie per la psicologia dello sport: due campioni del calibro di Matteo Tagliariol, schermidore, e Luca Marin, nuotatore, affermano di ricorrere nella loro preparazione a psicologi e a mental coach. Serviremo a qualcosa allora, no?!

venerdì 7 ottobre 2011

Paolo Barghini, atleta di successo!

La quinta tappa di 8,46 km è finita. Il Mister Running Desert Team ha vinto la Sahara Race 2011! Sono il primo team e sono a un incredibile 12° posto assoluto in classifica generale . L'ultima tappa l'hanno corsa in 14 ore e 22 minuti , lo stesso tempo del team concorrente dei canadesi e quindi terminano la gara con 45 minuti di vantaggio sul team secondo classificato. Alle 23 Paolo scrive: "E' finita. Abbiamo vinto.Anche l'ultima tappa è stata una battaglia fno al 60° km. Io sto bene. Grazie a tutti per il tifo che avete fatto! Paolo".

Leggi la notizia: http://www.paolobarghini.com/MisterRunningDesertTeam/mr__000008.html

sabato 3 settembre 2011

Giornata di formazione: ottima riuscita!

Si è svolta oggi con una buona riuscita la giornata in programma presso il Centro Sportivo Municipale di Carrara. Qui potete trovare un contributo video! Grazie a tutti i partecipanti!

venerdì 26 agosto 2011

L'utilizzo del video nell'attività sportiva

Oggi abbiamo a disposizione uno strumento semplicissimo per motivare gli atleti e fornire emozioni a livello sportivo. Il video permette di dare feedback immediati sui movimenti, aiuta a percepirsi dall'esterno ed ha un'indubbia valenza motivazionale. Per chi fosse interessato ecco qui un esempio di come, anche un atleta amatore, possa con poco avere un prodotto utile ed efficace al momento di programmare il proprio allenamento (un video di questo tipo può partire da un minimo di 200 € e salire in base alla complessità e alla quantità di lavoro richiesta). Buona visione!


giovedì 28 luglio 2011

Sede del corso del 03 settembre 2011

Siccome molti di voi mi hanno chiesto dove si svolgerà il corso, posso confermarvi che si terrà presso il Centro Sportivo Polizia Municipale - V.le XX Settembre n° 284 Carrara - Avenza (MS). Per indicazioni stradali potete trovare qui sotto la mappa.

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giovedì 14 luglio 2011

sabato 9 luglio 2011

Recupero da lesioni: il ruolo della visualizzazione

Una delle tecniche psicologiche maggiormente utilizzate per rendere completo un programma di riabilitazione post-infortunio è la visualizzazione o pratica immaginata. Questa consiste nell’utilizzo delle capacità cognitive al fine di immaginare una una scena o situazione senza la necessità di avere davanti a sé materialmente l’oggetto visualizzato, che può anzi essere una nostra creazione, modificabile in qualunque momento.
Questa tecnica si è rivelata molto efficace sia per incrementare il proprio potenziale personale in termini di maturazione e capacità di introspezione, sia per accelerare e perfezionare il processo di guarigione in seguito a lesioni o infortuni sportivi.
Il principale vantaggio di questa tecnica infatti è velocizzare il processo di apprendimento, comunicando al cervello come organizzare il movimento del corpo. Le immagini mentali infatti attivano specifici circuiti nervosi che consentono il lavoro dell’apparato muscolare nella direzione immaginata dall’atleta. Gli studi attraverso la PET hanno evidenziato come l’immagine motoria di un movimento permetta al soggetto di attivare, seppure in maniera minore, le stesse aree cerebrali implicate nel movimento reale. La ripetizione mentale aiuta il cervello ad anticipare il programma da eseguire e per questo motivo va allenata sin dalle fasi iniziali dell’apprendimento.
Inoltre, nonostante l’allenamento mentale non possa sostituirsi alla pratica fisica, è indubbio che, soprattutto nella parte iniziale del trattamento di recupero, costituisca una grande importanza dal un punto di vista motivazionale e di implicazione dello sportivo nel trattamento stesso.

martedì 28 giugno 2011

domenica 19 giugno 2011

Il calcio è donna!

Video promozionale per lo sviluppo del calcio femminile, realizzato per conto del Comune valenciano de L'Eliana. La prima squadra delle ragazze del C.D.F.B L'Eliana ha vinto il campionato e alla conclusione della stagione si è prestata alla registrazione di un "messaggio" educativo per il vivaio della società. Complimenti a tutte e ancora grazie per la collaborazione!



mercoledì 25 maggio 2011

Che cos'è la competitività? e la sportività?

In questo video, anche se un po' datato, appaiono molti concetti legati al tema della competizione e della sportività... emozionante ed istruttivo allo stesso tempo. Da vedere e da consigliare ad ogni sportivo...

http://www.youtube.com/watch?v=1iCUgPdRXPs

Per gli amanti del settore...

Qui potrete trovare appuntamenti interessanti di formazione e confronto...


AIPS
Associazione Italiana Psicologia dello Sport

mercoledì 27 aprile 2011

Attenzione e attività arbitrale

La capacità di dirigere in maniera corretta e mantenere l’attenzione per un arbitro di calcio è di primaria importanza. Durante lo svolgimento dell’attività arbitrale essere in grado di gestire e tenere un livello di attenzione adeguato per novanta minuti è indispensabile per raggiungere la sufficiente efficacia nella presa di decisione e conseguentemente nella buona attuazione globale.
Ma cos’è e come funziona l’attenzione?
L’attenzione è un processo cognitivo, cioè relativo alle capacità mentali, che ci permette di selezionare gli stimoli ambientali che sono rilevanti per lo svolgimento di un determinato compito e allo stesso tempo ci consente di ignorare altri stimoli che non sono utili (stimoli distraenti o neutri).
Facciamo un esempio pratico: durante l’arbitraggio di una partita sono stimoli rilevanti tutti quelli inerenti il gioco, il comportamento dei giocatori o dei dirigenti etc. Sono invece stimoli non rilevanti tutti quelli che possono interferire con la buona esecuzione dell’attività: gli insulti dagli spalti, ciò che accade a bordo campo e che non influisce sull’azione ma può essere uno stimolo deconcentrante etc.
Relativamente al funzionamento dell’attenzione vi è un modello teorico che, seppure non perfetto, ci permette di comprenderne molto bene alcuni aspetti (Nideffer, 1976).
Questo modello prevede che l’attenzione possa essere descritta a seconda della sua direzione (esterna/interna) o ampiezza (ampia/ristretta). In base a queste due dimensioni si viene in presenza di quattro principali stili attentivi:

ü  ampio ed esterno: ad esempio quando l’arbitro presta attenzione sia allo svolgimento dell’azione in campo, sia agli allenatori che nello stesso momento stanno protestando in panchina e sono sul punto di avere un diverbio.
ü  ampio ed interno: ad esempio quando l’arbitro si focalizza sui suoi pensieri o quando pensa a come sta arbitrando e se deve mettere in atto delle modifiche nel corso della gara.
ü  ristretto ed esterno: ad esempio quando l’arbitro sta prestando attenzione all’esecuzione di un calcio di rigore o decide un’ammonizione/espulsione e gli stimoli da prendere in considerazione si trovano fisicamente, e contemporaneamente, nel raggio di pochi metri.
ü  ristretto ed interno: ad esempio quando l’arbitro si focalizza su uno o pochi stimoli interni, come la respirazione, un pensiero positivo, l’auto-verbalizzazione per incoraggiarsi a continuare, per concentrarsi e/o recuperare l’attenzione in seguito ad un errore.

Direzione/
Ampiezza
Ampia
Ristretta
Esterna
Valutazione di tutto ciò che accade nel campo e fuori; favorisce lo stato di allerta necessario per reagire agli stimoli esterni
Stato di allerta limitato ad un numero ristretto di stimoli; favorisce la precisione nell’azione da eseguire
Interna
Analisi generale di situazioni o comportamenti passati o futuri; favorisce il perfezionamento delle abilità sportive
Assimilazione delle informazioni provenienti dal proprio corpo/mente; favorisce la presa di decisione e l’entrata in azione rapida

Questi quattro stili naturalmente non sono fissi e continui, ma variano molto velocemente nel corso di una partita, in base alle esigenze che lo svolgimento del gioco richiede. Un buon arbitro deve essere capace di alternare rapidamente e continuativamente gli stili in base alle esigenze del momento (ovvero la domanda da farsi è: qual è lo stile attentivo migliore per questa determinata tipologia di situazione?).
Uno dei compiti dell’arbitro è dunque essere consapevole dello stile prevalente che utilizza e di focalizzarsi su quegli stili che gli sono meno familiari o che ha più difficoltà ad utilizzare. Individuati i punti di forza e di debolezza del proprio funzionamento attentivo è bene pianificare assieme ad un professionista, come ad esempio uno psicologo dello sport, un programma di esercizi di allenamento per migliore le proprie capacità di attenzione.
Ad esempio vi sono arbitri abili nel mantenere una buona attenzione globale nel corso della partita a ciò che accade nel complesso (esterna/ampia), ma che possono trovare difficoltà nel maneggiare la capacità di concentrarsi ed auto-motivarsi in seguito ad una contestazione che mette in dubbio la propria decisione (interna/ristretta). In questo caso potrebbe essere utile aumentare la capacità di cambiare rapidamente ed efficacemente sia direzione sia ampiezza.
Altro esempio potrebbe essere un arbitro che ha la capacità di focalizzarsi bene in caso di situazioni specifiche (rigori, punizioni, provvedimenti disciplinari, quindi attenzione esterna/ristretta) ma che fa fatica a prestare attenzione ad aspetti del gioco lontani da sé o dal punto di azione, ma comunque importanti (ciò che accade in panchina o nella consultazione rapida di un guardalinee che si trova dall’altro lato del campo, quindi attenzione esterna/ampia). In questo caso siamo di fronte alla necessità di allenare la capacità di spostamento del focus da ristretto ad ampio, acquisendo l’abilità a prestare attenzione a più stimoli contemporaneamente.
Esistono degli esercizi specifici per allenare l’attenzione: la visualizzazione, le auto-verbalizzazioni, esercizi di spostamento del focus attentivo ed altri ancora. Tali pratiche possono essere svolte sia in situazione (allenamento e preparazione fisica) sia in “differita” (a casa o in sezione con altri colleghi). È sempre utile ricordare che la supervisione di uno specialista può apportare benefici sia nell’apprendimento di tali  tecniche specifiche sia nel corretto svolgimento delle stesse. Da non dimenticare inoltre che questo tipo di allenamento, al pari degli altri (fisico, tecnico e tattico) da i suoi frutti solo se praticato continuativamente per un discreto lasso di tempo: non esistono formule magiche e non si migliora in pochi giorni, ma con costanza e applicazione.

mercoledì 30 marzo 2011

Psicologo dello Sport anche sul Fatto Quotidiano!

Oggi è uscito un nuovo post sulla psicologia applicata all'attualità sportiva sul Fatto Quotidiano on-line. Il link qui sotto rimanda direttamente all'articolo!

martedì 29 marzo 2011

Pillole di... Psicologia dello Sport su Youtube!

On-line una nuova rubrica per gli sportivi e per gli addetti ai lavori (ma anche solo per appassionati)... ecco la prima puntata, a seguire, circa una volta alla settimana, verranno introdotte le altre che potrete trovare anche su Youtube!

domenica 27 marzo 2011

Migliorare il rendimento attraverso il Mental Training


Il Mental Training è un processo di allenamento delle abilità mentali dell’atleta al fine di potenziarne il rendimento sportivo. Si occupa quindi di quella parte dell’allenamento che concerne l’area psicologica ed emotiva dell’atleta. Obiettivo principale del Mental Training è allenare le componenti sia cognitive (pensieri, idee e credenze) sia quelle emotive (stati d’animo ed emozioni).
Il Mental Training ricorre ad alcune tecniche e strategie specifiche al fine di  allenare l’atleta ad essere più consapevole del proprio potenziale mentale e delle proprie risorse, aiutandolo nel miglioramento della prestazione agonistica. L’obiettivo finale è, come dicevamo, il miglioramento di particolari aspetti mentali che possono determinare un incremento delle prestazioni, sia durante la competizione, sia durante lo svolgimento di altre attività relazionate con la competizione (preparazione, allenamento, post gara).
Attraverso un programma di Mental Training, è possibile lavorare su diverse abilità, qui di seguito ne riportiamo alcune:
  • gestione dello stress
  • capacità di rilassamento
  • capacità di attenzione e concentrazione
  • controllo emotivo
  • definizione degli obiettivi

In definitiva, con l’utilizzo di specifici programmi di Mental Training l’atleta potrà imparare ad utilizzare strategie utili ad affrontare situazioni ricorrenti nella sua vita sportiva,  circostanze in cui una migliore preparazione mentale può fare la differenza in termini di rendimento o performance (pensiamo ad esempio a come affrontare gare o competizioni chiave o casi di infortunio).

giovedì 24 marzo 2011

Da qualche giorno anche sul sito dell'AIA - sezione di Carrara

Da qualche giorno è attiva sulla pagina dell'Associazione Italiana Arbitri - Sezione di Carrara una pagina dedicata alla Psicologia dello Sport. Si potranno trovare brevi articoli inerenti la psicologia applicata all'arbitraggio e non solo. L'aggiornamento sarà il più possibile puntuale e costante, quindi non mancate di fargli una visita ogni tanto!
Qui sotto il link diretto!
http://www.aiacarrara.it/Psicologia_dello_Sport.asp

lunedì 21 marzo 2011

La funzione educativa dell'arbitro nella Scuola Calcio


Quando parliamo di competizioni calcistiche con carattere educativo parliamo di un contesto in cui devono essere presenti degli assunti ben precisi:
  •  l'importante non è vincere, ma apprendere a giocare bene e divertirsi
  • l'avversario non è un nemico, ma un compagno senza cui giocare non sarebbe possibile
  • esistono una serie di regole che devono essere rispettate per garantire la convivenza
  • perdere una gara non significa essere “perdenti”, è solo l'altra faccia della vittoria
È necessario che anche l'arbitro che si avvicina a queste categorie sia a conoscenza e condivida questi principi. Inoltre deve essere consapevole che con la sua attuazione sta mostrando ed esercitando dei valori che permettono un migliore sviluppo personale, uno stile di vita sano ed un corretto apprendimento della disciplina sportiva. A questo fine è importante dunque creare un clima adeguato all'età nel campo da gioco e dirigere le situazioni che si sviluppano in maniera presente e partecipata.
Relativamente all’arbitro è bene sottolineare come nel terreno di gioco la sua attuazione creerà une percezione del suo ruolo nei giocatori che tenderà a mantenersi anche nel futuro. I giovani calciatori che competono per le prime volte si trovano immersi in una situazione completamente nuova, in cui l'arbitro viene percepito come un'autorità (positiva) che aiuterà a far sì che il gioco si sviluppi in maniera corretta. Solitamente in queste categorie i giocatori non criticano molto l'operato e le decisioni arbitrali, accettandole in maniera sufficientemente buona. Questo è un fattore di vantaggio per gli arbitri che si approcciano a queste categorie (spesso anch'essi per la prima volta, essendo arbitri giovani che iniziano la loro carriera proprio da qui). Infatti mano a mano che aumentano l'età e la capacità di gioco, così come la stessa categoria, la percezione dell'arbitro cambia e si verificano più proteste e meno fiducia nelle decisioni. Ciò accade principalmente per una serie di motivi:
  • pressione del pubblico e dei mezzi di comunicazione
  • pressione dell'allenatore
  • modello dello sport come professionistico
  • mancanza di conoscenza di alcuni aspetti del regolamento
  • idea erronea che l'arbitro “non si può sbagliare” e che se sbaglia “lo fa di proposito”
In conclusione il ruolo educativo che ricopre l'arbitro è indubbio. Prioritario è che gli stessi arbitri ne siano consapevoli in maniera da veicolare questa loro funzione in modo più chiaro, preciso ed esplicito alle società sportive con cui si relazionano. D'altra parte è altrettanto necessario che i componenti delle squadre delle categorie Scuola Calcio collaborino ed accettino questa figura al fine di trasmettere ai propri giocatori valori educativi adeguati all’età.

lunedì 14 marzo 2011

Psicologo dello Sport da oggi anche in Facebook!

Da oggi sarà possibile seguire questa rubrica sulla psicologia dello sport anche in Facebook! Inoltre saranno inserite eventuali news o eventi che possono interessare gli appassionati di questi temi! Diventate amici!
http://www.facebook.com/psicologodellosport

venerdì 4 marzo 2011

Mourinho contro tutti: la teoria dell'Identità Sociale

“Preferisco essere il sacco della boxe, colpito da tutti i codardi riuniti”. Queste sono le ultime dichiarazioni di Special One… non male, vero? Vi sarete sicuramente chiesti perché Mourinho ha come obiettivo principale quello di farsi odiare da tutti, no? (o perlomeno da tutti coloro che non tifano per la squadra che allena).
Bene, questo fenomeno può tranquillamente ascriversi alla teoria dell'Identità Sociale. Vediamo i meccanismi che la contraddistinguono:
nell’essere umano è spontanea la tendenza a costituire gruppi, a sentirsene parte ed a distinguere il proprio gruppo di appartenenza (ingroup) da quelli di non-appartenenza (outgroup)
- l'individuo costruisce "categorie" funzionalmente discriminanti di appartenenza, basate su fattori di vario tipo (età, genere sessuale, posizione sociale o lavorativa, religione, appartenenza politica, tifo per una squadra di calcio, etc.)
- l'individuo confronta continuamente il proprio ingroup con l'outgroup di riferimento; il proprio gruppo viene implicitamente considerato "migliore" rispetto agli "altri", che vengono metodicamente svalutati o confrontati in chiave critica. Da questo processo può derivare che parte della propria autostima individuale sia dovuta alla percezione di "superiorità" del proprio ingroup rispetto agli outgroups di riferimento, e questo fenomeno può quindi portare alla continua ricerca di occasioni di "confronto sociale" (esempio, quando Mou si paragona agli altri allenatori con arroganza, senso di superiorità, etc.)
- le varie appartenenze ai diversi gruppi forniscono la base psicologica per la costruzione della propria identità sociale
Di fondo il risultato è che il suo gruppo si sente forte e coeso perché ha come obiettivo dimostrare agli altri di essere migliore.

mercoledì 23 febbraio 2011

Auguri ad Alfredo Martini

Un breve stralcio di una bella intervista al grande ex commissario tecnico (I novant'anni di Alfredo Martini, di Gianni Mura - La Repubblica).
Martini partecipa alla Resistenza col gruppo del comandante Aligi, già tenente dell'esercito, attivo sul monte Porello e nel '47 sposa Elda. Ma al padre di lei, come si usava, si era già presentato nel '43. "Non scorderò mai quello che mi disse: noi non abbiamo nulla, abbiamo solo la dignità, alla quale teniamo molto. Lei si regoli di conseguenza". E lui si regolò di conseguenza, come sempre, perché la dignità gli ha sempre tenuto compagnia. Volete sentirlo parlare di doping? "Il doping ti toglie la dignità, è un gesto di vigliaccheria. Si possono guadagnare tanti soldi, ma sporchi, e poi si pagano con gli interessi. Lo pensavo già ai miei tempi, quando giravano simpamina e stenamina. Davano uno e toglievano due, nel senso che un pochino più forte andavi, ma ti passava l'appetito e non dormivi. E allora bisogna allenarsi bene, saper soffrire, voler soffrire. Sono felice di aver scelto il ciclismo, con la sofferenza che comporta, ma non è che i miei compagni alla catena di montaggio soffrissero di meno. Noi giravamo l'Italia, l'Europa, vedevamo posti, conoscevamo persone. Mi reputo un fortunato. Da corridore andavo a letto alle 9 di sera, già le 10 erano un mezzo stravizio, ma nel ciclismo solo la condizione atletica ti tiene a galla, non è come il calcio dove un fuoriclasse con due tocchi può risolvere la partita. Nel ciclismo se non hai gambe perdi le ruote del gruppo. Più del sangue arricchito, servono un corpo sano e una mente fresca".
Gli spagnoli lo definirebbero un hombre vertical, gli inglesi un gentleman, i francesi un grand seigneur. Gli italiani possono scegliere. Uno che ha vissuto con la schiena dritta, una bella persona. Lo definirei un uomo-borraccia, uno che quando serve c'è ed è bello sapere che ci sia.

domenica 20 febbraio 2011

Arbitri e abilità psicologiche: il parere di Cei

Secondo Alberto Cei, uno dei più rilevanti studiosi della psicologia dello sport in Italia, ci sono tre aspetti importanti da tenere in considerazione quando si parla di arbitri: i requisiti principali da possedere, le caratteristiche psicologiche e cognitive e il mental training.
Relativamente al primo, Cei sottolinea come ogni decisione di un arbitro deve rispondere ai seguenti cinque requisiti:
- dimostrare competenza tecnica
- dimostrare indipendenza di valutazione
- essere volta a farsi accettare
- essere sostenuta dalla forma fisica
- essere volta a prevedere lo sviluppo dell'azione
Per quello che riguarda le caratteristiche psicologiche e cognitive le abilità individuate sono principalmente:
- la capacità di controllo dell'ansia
- la capacità di analisi dell informazioni (escludere le irrilevanti, sapere cosa osservare e utilizzare l'anticipazione)
Infine, relativamente al mental training Cei ricorda come l'utilizzo dell'allenamento ideomotorio, ovvero la ripetizione mentale di determinate fasi di gioco come se stessero avvenendo in quel preciso momento, sia utile per evidenziare errori commessi o per correggerli mentalmente. Inoltre aggiunge come sia possibile migliorare la direzione (verso sé o l'esterno) e la selettività (ampia o ristretta) della propria attività mentale in base alle richieste dell'ambiente.
Per chi fosse interessato rimando al link dell'articolo completo, molto utile ed efficace nella sua brevità.

giovedì 17 febbraio 2011

L'utilizzo del cardiofrequenzimetro come rinforzo informativo

In molti sport si utilizza, sia in allenamento, sia in gara per chi compete, il cardiofrequenzimetro. Il ruolo che questo strumento esercita sull'andamento della preparazione, sia fisica, sia psicologica è molto importante. Vediamo la funzione che svolge da un punto di vista della teoria dell'apprendimento: le informazioni che attraverso il cardio vengono rimandate all'atleta fungono da rinforzo informativo; ciò significa che danno un significato numerico, e quindi oggettivo, all'atleta di ciò che fino a prima aveva solo un significato soggettivo, ovvero mediato dall'interpretazione che ognuno di noi dà delle proprie prestazioni influenzato da molte variabili (stato d'animo, stanchezza, pensieri distraenti etc.). Il cardiofrequenzimetro, attraverso i numerosi software che lo accompagnano per l'elaborazione statistica dei dati registrati, permette dunque a chi fa sport di avere un'informazione sulla prestazione e di paragonare in maniera oggettiva diverse prestazioni e diversi rendimenti. Ciò è un indubbio aiuto nella pianificazione degli obiettivi, nella misurazione degli stessi e nella riprogrammazione in base a quelli già raggiunti. Per essere comprensibili: non è lo stesso comparare una performance ad un altra in maniera soggettiva (ad es. oggi rispetto a ieri ho sentito meno fatica a livello cardiaca) rispetto a farlo in modo misurabile (ad es. oggi ho avuto una media di centoventi battiti, rispetto a ieri che ne avevo centoventicinque).

domenica 13 febbraio 2011

Jungle Speed come strumento di allenamento per le abilità psicologiche dell'arbitro


Parliamo ancora di arbitri. Ci sono almeno due abilità psicologiche fondamentali di cui deve essere in possesso un buon "fischietto":

- la capacità di prendere decisioni in brevissimo tempo (ad es. tempo di reazione prima del fischio/non fischio)
- la capacità di discriminare fra stimoli simili ma diversi (ad es. un intervento che sembra fallo ma non lo è o viceversa)
Si possono utilizzare vari strumenti creati ad hoc per allenare queste abilità, ma un modo semplice, divertente e alla portata anche dei più giovani (oltreché economico) può essere fare una partita con gli amici ad un gioco di società che si chiama Jungle Speed.
Lo svolgimento di questo simpatico e dinamico gioco prevede che ogni partecipante scopra una carta alla volta seguendo un ordine predefinito e che quando due carte sul tavolo sono uguali i giocatori che l'hanno tirata entrino in "sfida": questo vuol dire che si instaura una gara fra i due per prendere il "totem" al centro del tavolo. Vince il più veloce: ciò significa che chi è più rapido nell'accorgersi dell'uguaglianza deve agire per afferrare il "totem" (qui stiamo allenando la capacità di presa di decisione, o decision making, in tempi brevi).
Inoltre molte carte sono diverse ma simili fra loro, differendo solo per alcuni piccoli particolari. Questo fa sì che i segnali stimolo richiedano ai giocatori una notevole capacità di concentrazione per discriminare quando vi è uguaglianza o meno fra le carte (qui stiamo allenando l'altra capacità).
Questo gioco di società rappresenta dunque un valido strumento "casalingo" per lavorare su alcuni aspetti fondamentali per un buon arbitro che abbia voglia di crescere dal punto di vista delle abilità psicologiche.
In realtà vi sarebbe anche un'altro pregio di questo gioco, relativo alla capacità di alternare il focus attentivo, ovvero la capacità di spostare l'attenzione da un aspetto ad un altro, cosa importantissima per un arbitro che deve saper allargare o restringere il suo campo di attenzione a seconda del momento di gioco. Se qualcuno ha mai giocato a Jungle Speed saprebbe dirmi qual'è la regola che "lavora" su questo?

sabato 12 febbraio 2011

Matteo Trefoloni: un arbitro "psicologo"

In occasione di una serata presso l'AIA di Carrara l'ex arbitro internazionale Matteo Trefoloni ha svolto una breve lezione sulla "lettura" della gara. Ha sottolineato diversi aspetti fra cui alcuni prettamente psicologici come ad esempio:
- l'importanza della preparazione psicologica nei giorni precedenti
- l'effetto dello stress (inteso come attivazione psicologica) nella presa di decisione
- l'abilità nel sapere anticipare lo svolgimento dell'azione in base a segnali stimolo discriminatori (stop sbagliato, azione di contropiede, etc.)
- l'importanza del "dialogo interno" nell'anticipazione dell'intervento
Tutti questi aspetti sono strategici per la crescita di un arbitro da un punto di vista della cosiddetta "personalità" (termine improprio con cui si è soliti definire la stabilità e l'equlibrio psicologico utili nel decision making e nel coping, o fronteggiamento, degli eventi).
Tutte queste capacità ed abilità psicologiche, come qualsiasi altro comportamento motorio o fisico, possono essere apprese ed allenate attraverso programmi di preparazione psicologica mirati ad aumentarle e potenziarle.

Il Mallorca al Camp Nou: il fenomeno dell'impotenza appresa

Questo episodio mi è stato raccontato da Alexandre Garcia Mas, psicologo del Mallorca nelle stagioni 1992-1994. La squadra di calcio delle Baleari, buon gruppo ma con presenze altalenanti fra la serie A e B spagnole, si presenta a giocare a Barcellona al Camp Nou di Cruijff. L'atteggiamento che la squadra catalana tiene nei confronti degli ospiti è esemplare per comprendere il fenomeno psicologico dell'impotenza appresa.
Per iniziare il pullman del Mallorca viene scortato dalla polizia per tutto il tragitto dall'aereoporto allo stadio (cosa inusuale in Spagna, dove la violenza e le protezioni per i giocatori sono molto minori che in Italia); giunti a destinazione i giocatori entrano nel parcheggio del Camp Nou dove vedono tutte le automobili dei giocatori del Barça (bolidi super potenti tipo Ferrari e Porsche, mentre loro sono abituati a guidare auto di marche minori); in seguito, prima di accedere agli spogliatoi, vedono le mogli e fidanzate dei calciatori in attesa di entrare (tutte modelle o donne bellissime); infine sono condotti, per entrare, al lunghissimo e profondo tunnel sotterraneo che porta agli spogliatoi (descritto quasi come una discesa agli inferi). Le stanze in cui cambiarsi sono grandissime e silenziosissime ed al posto del solito buffet con caffè e succhi di frutta, abituati a trovare come segno di ospitalità, si presenta un cameriere in livrea per prendere le ordinazioni. Dopo pochi secondi - stoccata finale - arriva un custode impeccabile che informa la squadra del Mallorca che, per chi ne avesse bisogno, la cappella dello stadio è aperta.
Possiamo immaginare come si debbano essere sentiti psicologicamente i giocatori della squadra ospite. In questo caso possiamo parlare di impotenza appresa, ovvero un'estrema incapacità di automotivarsi  e un atteggiamento che comporta una tendenza a considerare in partenza insormontabile qualsiasi difficoltà. L'assenza di tale dimensione può generare la tendenza alla rassegnazione e alla passività intaccando in modo determinante il grado di autostima che è fondamentale per il benessere psicologico.